La quarta rivoluzione industriale impone la digitalizzazione e l’uso di tutte le tecnologie abilitanti collegate.
L’intelligenza umana si fonde con l’intelligenza artificiale e il valore del digitale si trova nella governance delle nuove complessità che caratterizzano prodotti, processi e soggetti.
L’interdipendenza di prodotti, processi, relazioni e conoscenze, l’estensione dei sistemi automatici di gestione della complessità, l’esplorazione della complessità attraverso l’interazione tra macchine e uomini e tra gli stessi uomini in forma sempre più collaborativa rappresentano le leve del valore digitale.
Nasce quindi l’esigenza di un mix sempre più articolato di Competenze Digitali in grado di supportare le organizzazioni nella gestione del cambiamento. Si tratta di nuove competenze e professionalità che interessano ormai tutti i settori e funzioni aziendali, un giusto mix tra conoscenze tecnologiche e “soft skill” (o skill trasversali).
Innovazione tecnologica e digitalizzazione determinano così la creazione di nuove professioni e modificano e trasformano le professioni di sempre caratterizzandole per un crescente contenuto di conoscenze e competenze digitali.
Le competenze digitali
Una prima definizione di Competenze Digitali è stata proposta, nel 2006, dal Parlamento Europeo nel documento “Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio di dicembre”, che indicava le otto competenze chiave per l’apprendimento permanente: “la competenza digitale consiste nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell’informazione (TSI) per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. Essa è supportata da abilità di base nelle TIC (o ICT -Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione): l’uso del computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni nonché per comunicare e partecipare a reti collaborative tramite Internet”. Questa definizione è stata in un secondo momento adottata anche dall’Agenzia per l’Italia Digitale, l’Agid.
La World Economic Forum, stima che entro il 2022 circa il 54% dei dipendenti avrà bisogno di una significativa riqualificazione.
Padroneggiare le nuove competenze tecnologiche, come intelligenza artificiale e robotica però non basta. Bisognerà sviluppare pensiero critico e risoluzione di problemi complessi bisognerà capire quale formazione fare in azienda.
Le competenze che verranno richieste dalle aziende
In tutte le aziende i dipendenti saranno chiamati ad avvalersi di nuovi strumenti di lavoro e ad interagire con piattaforme gestionali on line.
La diffusione di una cultura digitale però deve precedere l’adozione di nuovi strumenti digitali perché bisognerà prima condividere con i propri dipendenti i nuovi processi che la digitalizzazione imporrà.
Le abilità richieste ai dipendenti in questa fase saranno legate alla:
- conoscenza del web per il recupero di informazioni e condivisione di dati e documenti in rete;
- gestione della comunicazione digitale per la comunicazione efficace tra i dipendenti e con soggetti esterni;
- cura dei dati e della sicurezza;
- creatività nella creazione dei contenuti in diversi formati;
- autonomia nella risoluzione delle difficoltà presentate dai software e dalle piattaforme on line.