Se facessimo una foto alle PMI e alle micro imprese italiane scopriremmo che:
- rappresentano più del 90% delle imprese operanti nel nostro paese;
- hanno un capitale di rischio a disposizione solitamente poco significativo;
- hanno un difficoltoso accesso al credito.
Se dovessimo evidenziare le caratteristiche della gestione propria di una piccola impresa scopriremo che:
- l’imprenditore accentra i diversi ruoli necessari per l’esercizio dell’impresa;
- l’imprenditore gestisce l’azienda facendo affidamento essenzialmente sul proprio intuito;
- l’imprenditore spesso non possiede una sufficiente cultura aziendale.
- l’’imprenditore non ha capacità di programmazione
- l’imprenditore non affronta la trasformazione digitale
- l’imprenditore non guarda con la dovuta attenzione al web marketing e alle vendite on line
- l’imprenditore subisce ancora la globalizzazione e fa fatica ad internazionalizzarsi.
In generale, ma soprattutto in questo periodo di crisi e di pandemia da coronavirus, l’imprenditore è in cerca di strade alternative, di strumenti che gli consentano di competere, di innovazioni gestionali, di qualcosa che gli permette di anticipare la concorrenza. Oggi più che mai deve poter conoscere ed utilizzare le tecniche del controllo di gestione strategico.
Quando questo drammatico periodo sarà passato le PMI “superstiti” saranno le quelle più organizzate e digitalizzate che sapranno destreggiarsi sia nel mondo offline che in quello online guardando ad altri mercati, anche oltre i confini nazionali, per cogliere le opportunità che il web offre.
Ma soprattutto saranno in grado, perché la legge lo prescrive (nuovo codice sulla crisi d’impresa), di utilizzare con strumenti adeguati le tecniche di controllo di gestione per rilevare tempestivamente una eventuale futura crisi aziendale.
Le nuove norme sulla crisi d’impresa spingono l’imprenditore a riorganizzare il proprio ufficio e a evolvere la propria cultura; in poche parole ad assumere una mentalità manageriale per prevenire la crisi d’impresa.
L’imprenditore dovrà dotarsi necessariamente di un “cruscotto aziendale” che in tempo reale gli permetta con semplici e immediate letture di tenere sotto controllo gli andamenti aziendali economici, finanziari e patrimoniali e di verificare che le attività aziendali procedano come pianificato per il perseguimento dell’obiettivo prefissato.
Il controllo di gestione è in questo senso strategico per lo sviluppo aziendale.
Per assicurare la continuità aziendale e per poter individuare la crisi in tempo anticipato l’imprenditore non potrà più esimersi dall’effettuare una mappatura dei principali rischi in cui può incorre l’impresa e non potrà più fare a meno di avere a disposizione “un cruscotto aziendale” di controllo.
Le caratteristiche di un sistema di controllo di gestione adeguato
Abbiamo già parlato di cosa sia e quali siano le fasi per fare controllo di gestione, vogliamo perciò ora soffermarci sulle caratteristiche che deve avere un sistema di controllo di gestione:
- Il controllo di gestione, si sostanzia infatti in una attività strategica di verifica dei modelli di business adottati e di guida nella pianificazione di nuove attività o scelte aziendali;
- Il controllo di gestione è quantitativo in quando verifica l’attendibilità e l’andamento aziendale in termini numerici;
- Il controllo di gestione è qualitativo quando verifica l’esistenza di rischi aziendali attuali e o potenziali derivanti dalle nuove strategie pianificate;
- Il controllo di gestione è preventivo quando mette in luce in anticipo eventuali squilibri o rischi.