Cos’è l’Evasometro anonimizzato? Niente di nuovo. Infatti, esso riprende il concetto di fondo del vecchio Redditometro (il governo Monti nel 2012 lo aveva chiamato Risparmiometro) per scoprire il contante sommerso.
Attraverso l’Evasomentro 2020 l’Agenzia delle Entrate vuole dunque scoprire le eventuali contraddizioni tra quanto abbiamo depositato, quanto spendiamo e quanto dichiariamo. I controlli scatteranno quando si verificherà una discrepanza di dati del 20% tra quanto speso e quanto dichiarato.
Come funziona l’Evasometro è molto semplice in quanto si basa su un algoritmo messo a punto dall’Agenzia delle Entrate che incrocerà i dati contenuti nei conti correnti con quelli delle dichiarazioni dei redditi (al momento 730).
L’algoritmo verificherà in particolare cinque dati per identificare il ”rischio di evasione”: le giacenze medie sul conto corrente, i flussi in entrata e in uscita mensili, i saldi iniziali e quelli finali dell’anno
L’enorme mole di dati all’interno del database dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza, potrà essere incrociata andando potenzialmente a scavare nel passato fino ad arrivare al 2014.
Ad esempio l’Evasometro rivelerà un’incongruenza se il mio conto corrente ha un saldo di 100.000,00 euro con uscite pari a 360.000,00 euro ma ne ho dichiarato per meno di 60.000,00.
Certo nel periodo potrei aver ricevuto una eredità o venduto un immobile ma spetterà al contribuente che sarà chiamato dal fisco dimostrare con prove documentali il contrario.
Al momento il software è in fase di sperimentazione. La simulazione è avviata sulle persone fisiche anno d’imposta 2014. Valutati i risultati in modo positivo potrebbe entrare a regime.